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Commento del Presidente Troncarelli alla sentenza del CdS che ha legittimato una prestazione professionale senza compenso

La Sentenza del Consiglio di Stato n. 4614 del 03.10.2017 Sez. V, che ha ritenuto legittimo un bando del Comune di Catanzaro (il quale aveva ottenuto pure il parere positivo della Corte dei Conti!) per la redazione di un Piano Strutturale Comunale (una delle componenti del PRG), per un compenso simbolico di 1 €, è vergognosa!

Lo è per molteplici ragioni che mi accingo a commentare. La reputo tale anche senza dover attendere, come direbbero i politici o i giuristi o i diplomatici di professione, di leggerne le motivazioni!

E lo faccio senza temere di offendere la sensibilità dei perbenisti e dei politically correct che affermano che “le sentenze non si commentano, si rispettano”. Questa non può essere rispettata da chi, come il sottoscritto e 2,5 milioni di altri liberi professionisti full time in Italia, cerca affannosamente di sopravvivere alla guerra senza quartiere dichiarata loro da uno Stato che, nelle partite IVA, ha ormai trovato l’unico serbatoio cui attingere per sanare le proprie deficienze, per succhiare le ultime risorse e mantenere i propri costi abnormi, per nascondere le proprie incapacità di invertire la rotta e attuare serie e lungimiranti politiche di rilancio del comparto delle professioni. Parlo ovviamente a titolo personale, senza che questo debba considerarsi il punto di vista della categoria che rappresento. Ma i primi rumors mi sembrano di generale seppure silenzioso dissenso e per questo motivo, facendo storcere la bocca a chi ritiene che un Presidente di un Ordine professionale debba mantenere più aplomb e compostezza, denuncio a gran voce l’ennesimo sopruso, l’ultima presa di posizione assurda di una magistratura, pericolosa in certe decisioni che rappresentano precedenti destabilizzanti, lontana da ogni logica di buon senso, anche se legittima in punta di diritto. E questo dovrebbe preoccupare ed indignare ancora di più.

Il collegio di Palazzo Spada che ha emesso la sentenza, tanto per essere un po’ populista, sarebbe disposto a lavorare gratis? Se la legge, oggetto di interpretazioni, comprende anche le letture giurisprudenziali, perché non assumere posizioni “normali”, dettate da considerazioni di rispetto verso una componente sociale forte come quella delle libere professioni, anziché offenderne la dignità e ed il decoro, per di più ribaltando un precedente pronunciamento del TAR Calabria (2435) di fine 2016? Tutte domande legittime che nascono, oltre che dal risentimento, anche dalla lettura del Codice Appalti (D. Lgs. 50/2016), come modificato dal successivo correttivo (D. Lgs. 57/2017) che, tenendo in giusta considerazione la posizione dell’ANAC, ha ribadito l’obbligo per le PA di utilizzare il Decreto parametri (DM 17.06.2016) per calcolare i compensi da porre a basa di gara. Ed a nulla vale la considerazione che la sentenza arriva per un caso antecedente il Decreto Correttivo: a mio parere dovrebbe sempre prevalere in chi amministra la giustizia la semplice logica di rispetto e di buon senso che non la ricerca col lanternino della giustificazione normativa ad una decisione che sarebbe aberrante ed illogica. Come nella fattispecie.

Ma in che paese viviamo? Di chi fidarsi? Di chi avere paura? L’art. 36 della Costituzione vale anche per i liberi professionisti o ne siamo esclusi?

Catanzaro segue altre posizioni simili: Comune di Battipaglia per il PUC, il Comune di Pisa per il nuovo stadio ed ancora il Comune di Parma, Palermo, Pomezia, Gubbio ed infine Brolo, quest’ultimo per una relazione geologica richiesta a titolo gratuito.

Già per partecipare ad una gara occorre pagare un contributo, rimborsare le spese di pubblicità dei bandi, sostenere i costi per la registrazione dei contratti, accettare clausole aberranti e vessatorie da parte della PA, subire l’ultima gemma dello split payment che sta di fatto determinando per tutti noi una crisi di liquidità micidiale. Ora dobbiamo sentirci anche onorati e lusingati di lavorare gratis per un Comune. Il corrispettivo, secondo i giudici, sarebbe compensato dal ritorno di immagine! Il fatto che un contratto sia a titolo oneroso può infatti essere inteso che manca l’utilità finanziaria ma non quella economica, rappresentata da leciti elementi immateriali quali appunto il ritorno di immagine. Follia allo stato puro! Con la ciliegina sulla torta rappresentata dal fatto che gli Ordini, ricorrendo contro il bando, avrebbero tutelato solo il professionista aggiudicatario rimasto senza compenso, ed invece devono agire per tutelare gli interessi generalizzati di tutta la categoria, Da restare a bocca di fronte all’astrusità di certe affermazioni. Cos’altro devono ancora subire l’imprenditoria e la libera professione in Italia, prima di capire che il Paese non solo non le tutela ma le surclassa, le soffoca, le costringerà, loro malgrado, ad esportare la loro scienza, il loro know how dove, letteralmente, “apprezzato”?

Il nostro Ordine, insieme agli altri Ordini Regionali ed al Consiglio Nazionale, in seno alla Rete delle Professioni Tecniche, promuoverà ogni azione e pressione a livello centrale, perché queste vergogne cessino, continuando a sostenere la legittimità dell’equo compenso, da tempo in discussione al Parlamento.