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Split payment ed altre 'trovate' a discapito dei professionisti

Una rapida carrellata sui nuovi adempimenti introdotti dal Governo, del presidente Troncarelli.

La Rete delle Professioni Tecniche, di cui anche il nostro CNG fa parte, alla luce della nuova direttiva comunitaria (2014/24/EU) che dovrà essere recepita dagli stati membri ha predisposto un documento per rivedere la normativa sugli appalti pubblici, frammentata da anni di modifiche, emendamenti ed integrazioni, che hanno snaturato sia il codice contratti (D. Lgs. 163/06) sia il regolamento di attuazione (DPR 207/10).

Tra le principali proposte, c'è quella di consentire l'accesso alle gare anche ai professionisti giovani e/o in possesso di strutture professionali di ridotte dimensioni, ridurre i ribassi eccessivi e snellire le procedure per l'accesso ai finanziamenti.

La legge n. 190 del 23.12.2014 (Legge di stabilità 2015), con l'art. 1, comma 269, introduce nel corpo del DPR 633/72 l'art. 17-ter,  già noto come "split payment". Le stazioni appaltanti pubbliche non dovranno più corrispondere alle imprese l'IVA esposta in fattura per le forniture di servizi e lavori, ma dovranno versarla direttamente all'erario. È l'ennesima 'furbata' a nostro danno: supponiamo di emettere una fattura di 10.000 euro più IVA, pari a 2.200 euro; se noi vantassimo un credito di IVA nei confronto dello Stato di 1.000 euro, prima avremmo dovuto versare a compensazione la differenza, ovvero 1.200 euro; con lo "split payment" ci resterà ancora il credito di 1.000 euro (che recupereremo dopo anni!!!) ed in più non avremo versati 2.200 euro: saremo perciò esposti (dal punto di vista ovviamente finanziario) di 3.200 euro, con meno disponibilità "liquida"! Per quel che riguarda i professionisti la norma recita: "le disposizioni in materia di split payment non si applicano ai compensi per prestazioni di servizi assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta sul reddito". Il solito burocratese ondivago e sibillino che ha creato ulteriore confusione e costretto l'Agenzia delle Entrate ad emanare la Circolare 1/E del 9/02/2015 che, per ora, ha escluso i professionisti soggetti a ritenuta d'acconto. In ogni caso, per chi gestisce la propria attività legittimamente attraverso una società, è ovviamente l'ennesima mazzata, soprattutto per le aziende di piccole dimensioni che hanno grandi difficoltà di accesso al credito.

Anche il nostro Ordine, per il triennio 2015-2017, in ottemperanza alla L. 56/14 (legge Del Rio) ha dovuto predisporre il Piano triennale Anticorruzione, che dovrà essere ogni anno aggiornato. Lo stesso piano ha compreso anche quello per la Trasparenza ed ha previsto la nomina di un Responsabile per la Prevenzione della Corruzione, che nella fattispecie è la Sig.ra Erika Murri. Il Consiglio ha deliberato il documento e la sua pubblicazione sul nostro sito Internet, nella sezione "amministrazione trasparente".

A parere del sottoscritto si tratta di un'altra assurda uscita demagogica del Governo, che comporterà l'assorbimento di risorse, economiche e temporali, per adempiere a sproporzionati ed ingiustificati obblighi normativi. Questi infatti, correttamente studiati dal Governo per essere applicati ad enti che gravano in modo pesante sul bilancio dello Stato (Ministeri, Regioni, Province, ecc.), a causa dell'ennesima interpretazione rigida e fuorviante, stavolta dell'ANAC, sono ricaduti con gravi conseguenze anche su organi, quali gli Ordini professionali, che non pesano in alcun modo sulle finanze pubbliche, ma anzi "vivono" amministrando e gestendo unicamente le quote degli iscritti, annualmente determinate in funzione delle reali necessità per il loro funzionamento. Ma tanto è!

Infine un richiamo alle recenti novità normative che, in un modo o nell'altro, incidono negativamente nella già complicata gestione delle nostre attività professionali, e che sono particolarmente sentite da parte dei giovani che stanno approcciando in questo periodo il mondo della libera professione.

Sono, vedrete, la ulteriore riprova, se ancora ce ne fosse bisogno, di quanto bassa sia la considerazione che la classe politica ha del mondo professionale e di quanto complicata sia la interlocuzione con la stessa. Che preferisce mantenere inalterati privilegi ed appannaggi tipici di rigidi schemi e rapporti politici, oltretutto a vantaggio di una minoranza, anziché avere il coraggio di guardare in faccia una realtà preoccupante ed affrontarla puntando sulle competenze, sulle idee, sulle innovazioni, che sono pertanto costrette a rivolgersi a mercati esteri più maturi e pronti ad accoglierle, i quali hanno percepito come il mondo delle professioni sia un settore economico in forte espansione e da utilizzare come risorsa, anziché come una spugna da cui spillare ogni goccio di riserva, come invece sta accadendo in Italia.

Ne sono conferma l'esclusione dal beneficio della cassa integrazione in deroga degli studi professionali, le difficoltà di accesso per i liberi professionisti ai fondi strutturali europei a causa di bandi che sono veri e propri percorsi ad ostacoli, la stretta sul nuovo regime dei minimi, che lo stesso Renzi ha definito un clamoroso autogol, ma che sta penalizzando centinaia di giovani, l'aumento dell'imposizione fiscale sulle rendite delle casse previdenziali private, considerate alla stregua di società di speculazione anziché come enti erogatori di pensioni di primo pilastro, ed in generale l'incremento degli adempimenti richiesti ai liberi professionisti nell'esercizio della loro attività.

A tutto ciò ovviamente vanno aggiunte l'iniquità di una imposizione fiscale ormai insostenibile per molti e la burocrazia che ingessa progetti e procedure a danno ovviamente di tutta la filiera tecnica.

Questo sta portando alla paralisi ed alla graduale scomparsa di un comparto che potrebbe contribuire al rilancio economico ed alla occupazione giovanile, nel totale disinteresse dell'intera classe politica.

Roberto Troncarelli

Presidente dell'Ordine dei Geologi del Lazio