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Contributo regionale per la predisposizione dei Piani di emergenza comunali. Rischio di dispersione di risorse economiche.

La Regione Lazio, Segretariato Generale, ha assegnato delle risorse ai Comuni per la predisposizione dei Piani di Emergenza Comunali, allo scopo di contribuire a prevenire i catastrofici danni conseguenti ad eventi analoghi a quelli verificatisi il 24 agosto 2016.

A seguito di tale stanziamento, alcune Amministrazioni comunali hanno pubblicato bandi per l’affidamento degli incarichi di redazione dei piani, che, tuttavia, prevedono un ribasso sulle somme stanziate dalla Regione.

L’applicazione di un ribasso sulla remunerazione di un piano, di per sé è legittima. Tuttavia, questo risparmio di risorse deve essere coordinato con lo scopo del finanziamento e non costituire un’occasione impropria di finanziamento a vantaggio dei Comuni.

La prassi che si va diffondendo è illegittima per le seguenti ragioni:

  • E’ in totale contrasto ed incompatibile con l’istituzione di un finanziamento di scopo, che i Comuni percepiscano la totalità delle risorse stanziate affidando un incarico che verrà remunerato con una somma inferiore (sulla base del ribasso proposto dal concorrente aggiudicatario), senza rendicontare l’impiego delle somme risparmiate. In assenza, infatti, di diversa previsione, il risparmio potrebbe essere destinato ad altra attività, anche non connessa allo scopo per cui è stata stanziata.
  • Contrasta con la natura del finanziamento, che, nella comunicazione, è qualificato come “contributo”, non come onere destinato a gravare unicamente sull’ente Regione. I Comuni, al contrario, non prevedono di stanziare alcuna somma a favore del progetto, finanziato da sole risorse regionali.
  • Contrasta altresì con la logica del finanziamento: la Regione contribuisce a finanziare attività che sono di competenza (e quindi dovrebbero gravare) sul bilancio dell’ente, al quale la Regione offre risorse integrative non sostitutive, in applicazione del principio di leale collaborazione.

Con la lettera allegata, l'Ordine ha invitato la Regione Lazio ad integrare le regole di erogazione, precisando che il rimborso al Comune da parte della Regione, verrà trasferito sulla base dell’esibizione della fattura quietanzata del professionista affidatario dell’incarico, precisando che eventuali economie sull’importo finanziato derivanti da ribasso d’asta saranno incamerate dalla Regione.

Infine si rappresenta che la valorizzazione indicata nel contributo regionale costituisce una quantificazione minimale del compenso corrispondente al lavoro necessario per la redazione di un piano. E’ infatti noto che lo stesso codice appalti ha svalutato l’opportunità dell’impiego del massimo ribasso come criterio unico di selezione, poiché detta diffusa prassi ha dimostrato di incidere negativamente sulla qualità degli elaborati prodotti dai professionisti. Pertanto, se lo scrivente Ordine certamente condivide la logica con cui la Regione ha qualificato come “addizionale” il contributo erogato, la prassi instaurata da alcuni Comuni si pone in evidente e insanabile contrasto con essa, rischiando di indurre i professionisti, nell’attuale situazione di crisi, a presentare offerte al ribasso con inevitabile perdita di qualità della pianificazione prodotta.

Lettera alla Regione